Non chiedere allo specchio
di che colore è la sua maglietta

Foto di Ly Huynh da Pixabay

Sappiamo che nella tabella di Maslow dei bisogni, lui descrive i bisogni fondamentali primari dell’uomo, come bere, mangiare, dormire, avere un tetto sulla testa e quant’altro. Ma nella mia esperienza come coach, ho verificato che poi ci sono dei bisogni che sono intangibili nelle persone, nel senso che ci sono persone che hanno bisogno di gratificazioni, di accettazione, di comprensione, di amore e sono tutti bisogni che se non soddisfatti – perché in generale li si aspetta dall’esterno – creano problemi, nel senso che molte persone per esempio fanno delle cose per compiacere gli altri e avere l’accettazione, oppure per essere gratificati o quant’altro. Ma il fatto che io “incocciavo” in queste persone che esprimevano questi bisogni mi rifletteva qualcosa che era un messaggio per me, una comunicazione per me?

Tutte le persone che si rivolgono a te o che tu incroci sono una tua manifestazione. I bisogni del corpo fisico sono comuni agli esseri umani poiché il corpo fisico ha un funzionamento biologico comune. Tuttavia chi riscopre Chi Realmente È può andare oltre anche i bisogni fisici.

Quelli di cui parli tu sono bisogni emotivi che, in Realtà, non sono “bisogni”, ma manifestazione dei programmi genealogici. Dunque: bisogno di essere riconosciuto, essere amato, paura dell’abbandono, insicurezza, sono tutti programmi genealogici che consentono all’essere umano di fare esperienza di chi non è, per riscoprire Chi È. Dunque coloro che si sono avvicinati a te mostrandoti questo, ti stavano offrendo la possibilità, e al contempo stavano offrendo a se stessi la possibilità, di andare oltre quel programma che si manifesta nella loro vita in un modo e nella tua in un altro. Ma poiché tutto è Uno, ciò che vedevi riflesso in loro, loro lo vedevano riflesso in te. Dunque, chi giungeva da te con la necessità di essere riconosciuto, vedeva in te chi lo riconosceva.
Capisci cosa intendo?

Sì.

Dunque lavorare sui programmi, o come li hai chiamati “bisogni”, consente di andare oltre quello step per aprirsi al passo successivo.
È chiaro per te?

Sì.

Ho risposto alla tua domanda?

Sì, adesso capisco perché mi succedeva spesso che quando io chiedevo “Qual è un tuo bisogno in quanto persona adulta o come bambino?” le persone elencavano due o tre bisogni. Allora io chiedevo “Hai un altro bisogno?”, e spesso loro dicevano “No”, ma sentivo che ne avevano uno. E ogni volta che io chiedevo “Hai un altro bisogno?” e loro mi dicevano “No” , io chiedevo “Posso dirti cosa sento io? E io sento che hai bisogno” – per esempio – “di accettazione”. Ogni volta era SI. Ogni volta che dicevo un bisogno era sempre un SÌ. Non è mai accaduto che fosse un NO, perché chiaramente l’altro ero sempre io. Perciò sapevo qual’era il suo bisogno.

Esatto. È come se tu ti guardassi allo specchio e chiedessi alla specchio “Di che colore è la tua maglietta?”.

Tratto da una Canalizzazione alla Fonte
effettuata il 16.07.2023

1 commento

  1. Dani

    Fantastica spiegazione….

    Rispondi

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