La paura di non esistere
Al mio amico fraterno è stato diagnosticato un tumore all’apparato digerente in stadio terminale. Cosa posso fare per lui?
Il tuo amico ha compiuto una scelta di incarnazione per vivere il conflitto di accettazione [N.d.R.: apparato digerente]. Dunque ha ricevuto da Chi Realmente E’ numerose indicazioni per allineare il suo atteggiamento alla Realtà, uscendo dall’illusione di separazione dell’incarnazione terrena. Tuttavia ha scelto di vivere pienamente l’illusione di separazione. Ora per lui l’opportunità di riconoscersi per Chi Realmente E’, e nel riconoscersi si dissolve la separazione e con essa la paura di “non esistere” nel prendere consapevolezza di essere Il Tutto.
Tuttavia è nel suo libero arbitrio aprire quella porta. Benché tu desideri farlo, non potrai farlo al posto suo, non nella versione che in questo momento stai vivendo.
Tuttavia, poiché tutto è Uno e quest’Uno Sei Tu, la sua malattia è un messaggio per te che ti sprona in modo perentorio a modificare le tue abitudini, ciò che è mappato, conosciuto, già sperimentato, consolidato, amichevole ciò che consideri zona comfort nella materia, dunque nella tua quotidianità [N.d.R.: amicizia di sesso maschile] , modificarla profondamente poiché in questa fase del tuo Cammino ti impedisce di nutrirti, dunque di accogliere gli accadimenti della Vita come nutrienti, ti mantiene in una situazione di vittima che ritiene di doversi difendere o che vi siano attacchi dall’esterno.
Questa modalità è in te profondamente ancorata benché non esplicita. Dunque non così vicina al tuo agire quotidiano, ma presente in maniera sottostante.
È chiaro per te?
Sì.
Dunque osservala e lavora su di essa per trasformare e andare oltre questa abitudine automatica. Allora vedrai modificarsi ciò che avviene al tuo esterno.
Tratto da una Canalizzazione alla Fonte
effettuata il 23.11.2023
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