La scelta della solitudine

Ultimamente mi sto domandando se la mia scelta di essere “da solo” è funzionale alla mia crescita personale, per potermi meglio conoscere, o piuttosto è una fuga dettata dalla paura di relazionarmi con gli altri o avere delle relazioni anche importanti? E’ un po’ questo il dubbio: a volte sento che è importante che io sia da solo; altre volte ne sento il peso … e vorrei poter condividere, poter ascoltare e conoscere. Come posso leggere questa situazione e questo mio dubbio … questo pormi la domanda? Fino a che punto sono sincero in questa scelta?

In Realtà nella tua domanda hai dato anche la risposta. Ora ti invito a osservare: hai detto, giustamente, che ci sono dei momenti in cui per te è molto importante essere solo per stare “dentro”; poi hai detto che in alcuni momenti senti il peso della solitudine. Ora ti chiedo: quando eri sposato, quando vivevi in famiglia, non sentivi il peso della solitudine?

Altro che: moltissimo. Anche di più. Sì.

Dunque non è ciò che circonda il tuo corpo fisico, ma è il contatto con Chi Realmente Sei che riempie la tua vita. Una volta stabilizzato, sperimentato, reso quotidiano il rapporto con Chi Realmente Sei, allora puoi aprirti a qualunque tipo di scelta, che sia stare solo oppure no. È ininfluente.

Ciò che invece è per te ora, l’invito perentorio, è quello di mantenere costante il contatto con Chi Realmente Sei e lasciarti guidare. Allora scoprirai occasioni, situazioni che sinora sono passate inosservate perché non potevano essere colte da una visione duale e possono ora essere colte dalla Visione Assoluta che sei pronto ad accogliere.

Tratto da una Canalizzazione alla Fonte
effettuata il 14.11.2024

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