Ciò che osservi all’esterno è fittizio
Ho sognato di essere a capo di una grande organizzazione che comprendeva ristoranti e studi medici e dentistici.
Mio figlio aveva bisogno di togliere qualcosa da un dente (fastidio che sentivo io, ma il dente era suo) e insieme siamo andati a cercare lo studio dentistico.
Per arrivare all’ambulatorio abbiamo attraversato una grandissima sala ristorante – anche questa sembrava essere mia – dove c’erano poche persone.
Al di là della sala, un corridoio con tante porte.
Io guido mio figlio lungo questo corridoio fino ad arrivare davanti ad una porta. Entriamo.
Era uno studio dentistico chiuso e in disuso, come se non ci fosse stato nessuno da tempo.
Faccio sedere mio figlio nella poltrona, ma non ci sono ferri sterili. Mi guardo intorno e mi accorgo che c’è molto disordine. Provo rabbia per quel disordine.
Finalmente trovo l’apparecchio che sterilizza e, al suo interno, dei ferri puliti.
Faccio aprire la bocca a mio figlio e gli tolgo dal dente una specie di pallina di piombo. Mentre lui si sciacqua la bocca, sento i piedi bagnati: abbasso lo sguardo e vedo che il pavimento è pieno di acqua che mi arriva fino alla caviglia. Guardo meglio e mi accorgo che si tratta di saliva di chissà chi … forse tutti i vecchi pazienti del dentista. Mi viene un conato di vomito e, con mio figlio, scappo da lì. Riattraversiamo la sala ristorante e incontriamo la signora della portineria del luogo dove lavoro nella vita reale, con la quale mi arrabbio per lo stato dello studio dentistico …
Poi mi ritrovo nella terrazza di casa mia con mio figlio, mentre mia figlia si trova giù, nel cortile sul quale si affaccia la terazza.
Sotto la ringhiera nel sogno c’era una tettoia che arrivava molto in basso.
Mentre racconto a mia figlia della nostra esperienza, mi torna da vomitare. Lei allora fa un salto e si appoggia con i gomiti sulla tettoia: vuole salire perché mi ha visto star male.
A quel punto da dietro di lei spunta un giaguaro: io e mio figlio le urliamo di salire in fretta.
Il giaguaro salta e tocca il sedere di mia figlia. Lei crede che a farlo sia stato uno dei nostri cani. Io le grido di non girarsi e di salire su, ma lei si volta e vede il giaguaro.
Presa dal panico non riesce a salire: il giaguaro la tira giù e la prende per la faccia.
Io grido, ma dalla mia bocca non esce voce.
Sono disperata! Tiro al giaguaro qualcosa, come un blocco di carne, con la speranza che lasci la mia bambina.
Il giaguaro (di un arancione slavato, come se fosse un peluche) dà uno strattone e molla mia figlia per andare a prendere la carne. Ma la testa della bambina si stacca dal collo e rotola via dal corpo, lasciando ben visibile il buco nel collo, come si trattasse di una bambola. La testa rotola, mio figlio urla e piange, io urlo senza suono con una sensazione di disperazione e impotenza.
Che messaggio mi porta questo sogno?
Che è giunto per te il momento di trascendere, lasciare andare e andare oltre ogni sofferenza legata alle tue parti, al tuo Potere di Generare (figlia) che vive come separato da te.
Attraverso questo sogno ti giunge la comunicazione di osservare e accogliere che tutto ciò che ti circonda è tua responsabilità: ogni ambiente che dona nutrimento (ristoranti) – dunque tutti gli eventi della Vita – sono da te gestiti, e ogni dolore o fastidio che percepisci nel generare la Vita nella dimensione terrena (figlio) è da te generato, così come da te risolto.
Ciò che ti infastidisce o ti disgusta è sotto i tuoi piedi e tu hai la facoltà di allontanartene. La rabbia che provi, attribuendo la responsabilità fuori di te, è l’invito a smettere di ritenerti separata, ritornando al Centro del tuo Centro e qui lasciare che il tuo mentale aggressivo e selvaggio (giaguaro) aggredisca ciò che tu non riconosci come Potere di Generare (figlia) poiché fittizio e finto. È l’invito a lasciare andare l’illusione che qualcosa di esterno – pensieri, convinzioni, credenze – ti impediscano di generare nell’Assoluto. In realtà aggrediscono, feriscono, interrompono il collegamento tra progetto e realizzazione (collo) solo di un fantoccio che nulla ha a che vedere con il tuo Reale Potere Creativo.
Il tuo grido senza voce è l’invito a smettere di rivolgere la tua energia a ciò che è finto: tua figlia era finta, poiché appare come un pupazzo che si è rotto; l’animale era finto poiché sembra un peluche.
Dunque per te l’invito è di smettere di temere ciò che così vividamente ti sembra Reale ma non lo è; smettere di ritenere che vi siano dolori da curare, cose da fare, persone da gestire: tutto è dentro di te, ciò che osservi all’esterno è fittizio.
Tratto da una canalizzazione alla Fonte
effettuata il 18.5.2021