La scelta della solitudine

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Ultimamente mi sto domandando se la mia scelta di essere “da solo” è funzionale alla mia crescita personale, per potermi meglio conoscere, o piuttosto è una fuga dettata dalla paura di relazionarmi con gli altri o avere delle relazioni anche importanti? E’ un po’ questo il dubbio: a volte sento che è importante che io sia da solo; altre volte ne sento il peso … e vorrei poter condividere, poter ascoltare e conoscere. Come posso leggere questa situazione e questo mio dubbio … questo pormi la domanda? Fino a che punto sono sincero in questa scelta?
In Realtà nella tua domanda hai dato anche la risposta. Ora ti invito a osservare: hai detto, giustamente, che ci sono dei momenti in cui per te è molto importante essere solo per stare “dentro”; poi hai detto che in alcuni momenti senti il peso della solitudine. Ora ti chiedo: quando eri sposato, quando vivevi in famiglia, non sentivi il peso della solitudine?
Altro che: moltissimo. Anche di più. Sì.
Dunque non è ciò che circonda il tuo corpo fisico, ma è il contatto con Chi Realmente Sei che riempie la tua vita. Una volta stabilizzato, sperimentato, reso quotidiano il rapporto con Chi Realmente Sei, allora puoi aprirti a qualunque tipo di scelta, che sia stare solo oppure no. È ininfluente.
Ciò che invece è per te ora, l’invito perentorio, è quello di mantenere costante il contatto con Chi Realmente Sei e lasciarti guidare. Allora scoprirai occasioni, situazioni che sinora sono passate inosservate perché non potevano essere colte da una visione duale e possono ora essere colte dalla Visione Assoluta che sei pronto ad accogliere.
Tratto da una Canalizzazione alla Fonte
effettuata il 14.11.2024
Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere notifiche sui nuovi contenuti