Chi guarisce cosa?

Una realtà non ci fu data 
e non c’è
ma dobbiamo farcela noi
 se vogliamo Essere

Luigi Pirandello

Foto di kalhh da Pixabay

La prestigiosa rivista medica “The New England Journal of Medicine” riferisce di uno studio scientifico condotto nel 2002 dal medico statunitense Bruce Moseley – chirurgo ortopedico della Baylor School of Medicine, che effettuò con la sua equipe un intervento chirurgico su 180 pazienti affetti da osteoartrite del ginocchio.

L’osteoartite è una forma di artrite caratterizzata dalla degenerazione della cartilagine articolare. I sintomi che causa a chi ne è affetto sono infiammazione, rigidità articolare, dolore, ingrossamento dell’articolazione.

Nell’esperimento i 180 pazienti vennero divisi in tre gruppi:
– al primo gruppo (59 pazienti), venne effettuata un’artroscopia, che consiste nel raschiamento e nell’abrasione della cartilagine danneggiata;
– al secondo gruppo (altri 61 pazienti) venne invece operato un lavaggio con 10 litri di soluzione salina;
– al terzo gruppo (60 pazienti) venne effettuato un intervento chirurgico diverso: vennero portati in sala operatoria, preparati all’intervento, anestetizzati e una volta tornati nella loro stanza d’ospedale riportavano i segni dell’intervento con i tagli del bisturi all’altezza delle ginocchia, le bende e tutto quello che ci si aspetterebbe da un post – intervento.
Soltanto che Moseley … NON li aveva operati!
Era tutta una messinscena, organizzata per convincere i pazienti di essere stati curati come tutti gli altri.

L’esperimento fu condotto in doppio – cieco, ovvero in maniera tale che nè i pazienti nè gli sperimentatori sapessero “chi fosse sottoposto a cosa”, per evitare che sia le persone operate che i medici, con le loro aspettative o giudizi, potessero influenzare l’andamento dell’esperimento.
I tre gruppi furono sottoposti, successivamente all’operazione, allo stesso trattamento post – operatorio e alle medesime procedure riabilitative

Ebbene…

tutti e tre i gruppi di pazienti operati hanno mostrato uguali miglioramenti dopo l’intervento, vero o finto che fosse.

Le persone operate per finta ignorarono la verità per due anni, periodo durante il quale si ristabilirono e ricominciarono a camminare in modo analogo a quello degli altri due gruppi.
Alcuni ebbero bisogno di un bastone, altri addirittura ripresero a giocare a basket con i nipoti.

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1 commento

  1. Alessandra Marceddu

    Grazie per questo interessantissimo articolo. Condivido pienamente e l’ho sperimentato personalmente. Oltre all’effetto placebo esiste anche quello nocebo e questo dovrebbe farci riflettere su quanto la nostra mente sia fortemente condizionabile (nel bene e nel male)

    Rispondi

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