Dal capire al com – prendere
(prendere con … te)

“L’insegnante giusto dipende da cosa vuoi imparare”. Si alzò con agilità dalla sedia e si diresse verso la porta. “Vieni, voglio mostrarti una cosa”. Mi portò in un angolo dell’officina da cui si vedeva la strada che portava alla zona commerciale e, più in là, le luci di San Francisco.

“Il mondo la fuori”, disse indicando l’orizzonte, “è una scuola, Dan. La vita è l’unico vero insegnante. Ci offre molte esperienze, ma se l’esperienza da sola portasse saggezza e realizzazione, gli anziani sarebbero tutti felici, sarebbero tutti maestri illuminati. Bisogna scoprire le lezioni nascoste nelle esperienze”. […]

“Come a tutti, ti è stato insegnato a raccogliere informazioni dall’esterno. Libri, riviste, esperti …”. Infilò la pistola nel serbatoio. “Come questa macchina, apri uno sportello e ti lasci riempire di informazioni. A volte l’informazione è super, e a volte è soltanto normale. Prendi le informazioni che trovi sul mercato, esattamente come la benzina”.

“Oh, grazie per avermelo ricordato. Devo pagare le tasse universitarie per il prossimo quadrimestre entro due giorni”.
Socrate annuì e continuò a riempire il serbatoio. Ma continuò a mettere la benzina anche quando il serbatoio era già pieno, con il risultato che uscì e si versò a terra. Ormai c’era un ruscello di benzina che correva sull’asfalto.
“Socrate, fai attenzione! Il serbatoio è pieno”.

Ignorandomi, continuò a far uscire benzina e disse: “Dan, tu sei come questo serbatoio. Straripi di preconcetti, sei pieno di nozioni inutili. Hai immagazzinato una quantità di fatti e opinioni, ma sai così poco di te stesso. Per poter imparare, prima devi svuotare il serbatoio”. Mi rivolse un ampio sorriso, strizzò l’occhio, chiuse la pompa con un click e aggiunse: “Ti spiace dare una pulita?”.

Ebbi la sensazione che si riferisse a qualcosa di più della benzina versata. Comunque ripulii per terra mentre Soc prendeva i soldi e dava il resto con un sorriso. Poi ritornammo in ufficio.
“Che cosa hai intenzione di fare? Riempirmi con i tuoi fatti?”, sbottai.
“Non si tratta di fatti, si tratta della saggezza del corpo”.
“La saggezza del corpo? Cosa vuol dire?”.
“Tutto quello che devi conoscere è già dentro di te. I segreti dell’universo sono impressi nelle cellule del tuo corpo. Ma non hai ancora imparato a leggere la saggezza del corpo. Hai letto dei libri, hai ascoltato gli esperti, e speri che abbiano ragione”.
Non potevo crederci: un benzinaio che accusava i miei insegnanti di ignoranza, sottintendendo che la mia cultura universitaria era del tutto inutile. “Sì, capisco il concetto di ‘saggezza del corpo’, ma non fa per me”.

Scosse il capo lentamente. “Capisci molte cose, ma non hai realizzato nulla”.
“Che cosa vuol dire?”.
“Capire è unidimensionale. E’ la comprensione dell’intelletto, e il suo prodotto sono le nozioni che possiedi. La realizzazione è tridimensionale, è la conoscenza simultanea della testa, del cuore e degli istinti. Si ottiene soltanto con l’esperienza diretta”.
“Continuo a non seguirti”.
“Ricordi quando hai imparato a guidare? Prima di quel momento eri solo un passeggero, sapevi solo teoricamente che cosa voleva dire guidare. Quando ti sei messo al volante per la prima volta, l’hai realizzato”.
“E’ vero. Ricordo nettamente la sensazione: Ecco com’è”.
“Esattamente. La tua frase descrive perfettamente l’esperienza della realizzazione. Un giorno dirai la stessa cosa riguardo alla vita”.

Tratto da La via del Guerriero di Pace
di Dan Millman

L'EVIDENZA

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