Dalle tartarughe
l’insegnamento per vivere a lungo

Jonathan, la tartaruga più vecchia del mondo,
ha 190 anni

Fotografia da Green&Blue

La tartaruga gigante delle Seychelles continua a fare ciò che ha sempre fatto: mangiare, dormire e accoppiarsi. I suoi custodi raccontano che è diventato cieco, privo di olfatto, ma ha ancora l’udito e una discreta dose di energia. […]

Jonathan è una tartaruga gigante delle Seychelles (Aldabrachelys gigantea hololissa), vive a Sant’Elena nel Sud dell’Atlantico ed è – certificato dal Guinness World Records – il cheloniano vivente più antico di sempre (la categoria riguarda tutte le tartarughe). Con l’avvento del 2022 infatti si è potuto festeggiare il record dei 190 anni, anche se non è chiaro con esattezza quando questo rettile sia venuto al mondo.

Si crede sia nato nel 1832 per poi essere donato a Sir William Grey-Wilson, governatore di Sant’Elena. Da allora, Jonathan ha vissuto sull’isola ed è sopravvissuto ad altri 31 governatori che si sono avvicendati negli anni, è diventato il governatore simbolico del posto e la sua esistenza continua per certi versi ad essere un mistero. Alcuni studiosi credono infatti che possa avere anche oltre 200 anni, ha ricordato Matt Joshua, capo del turismo a Sant’Elena, alla Cnn.

Del resto si sa, le varie specie di tartarughe sono fra gli animali più longevi al mondo: quando nel 2006 è morta la tartaruga maschio Adwaita nei giardini di Calcutta, si stima avesse addirittura 250 anni, un record però mai comprovato. Finora invece il record di cheloniano più vecchio era di Tu’i Malila, tartaruga regalata alla famiglia reale delle Tonga, vissuta almeno 188 anni. In Ontario, oggi vive ancora Grace, tartaruga di 125 anni.

Nell’arco della vita di Jonathan nel mondo sono successe tantissime cose: dalla prima lampadina a incandescenza nel 1878 sino ad oggi, quando l’uomo progetta di “colonizzare” perfino Marte. In mezzo però anche l’acuirsi della crisi climatica indotta dagli umani e la nascita di un materiale, la plastica, che se mal gestito finisce nell’oceano e diventa cibo per altre tartarughe, quelle marine, che oggi muoiono sempre più spesso a causa della sua ingestione.

Nel frattempo però Jonathan, beato nel suo “ritiro” di Sant’Elena, continua a fare ciò che ha sempre fatto: mangiare, dormire e accoppiarsi. I suoi custodi raccontano che è diventato cieco, privo di olfatto, ma ha ancora l’udito e una discreta dose di energia. Come spiega Joe Hollins, che si prende cura di lui da tredici anni,  l’anziana tartaruga gode della compagnia di altri tre esemplari giganti, David, Emma e Fred, che con lui consumano le scorte di cavoli, carote e frutta. Con Emma, e qualche volta anche Fred, “viene spesso visto accoppiarsi. Nonostante la sua età  ha ancora una buona libido e questi animali non sono particolarmente sensibili al genere” ricorda Hollins.

Gianni Talignani
Tratto da greenandblue.it

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