E ci fu … “la guerra dei passeri”

[…] Nel 1958 la Cina dichiarò guerra ai passeri. Fu una guerra senza quartiere che si concluse con lo sterminio dei passeri e la sconfitta degli esseri umani che avevano condotto quella guerra.

All’VIII congresso del partito comunista cinese il leader indiscusso della Cina e del partito arruolò anche i bambini per combattere quella che sarebbe diventata famosa come la guerra contro i “Quattro Flagelli”, ossia quattro animali considerati infestanti: ratti, mosche, zanzare e passeri. Mao riteneva che nessuno di questi animali avesse qualche “utilità”.

Se è facile intuire perché ratti, zanzare e mosche possano generare ostilità, il caso dei passeri necessita di qualche spiegazione in più. Mao riteneva che questi uccelli (passer montanus) sottraessero grano e riso all’agricoltura cinese e quindi contribuissero a spiegare la bassa resa agricola e la conseguente arretratezza e carestia continua delle campagne. Per questo dichiarò guerra ai passeri.

Come sempre, la guerra venne presa molto sul serio. Un giornale di Shanghai titolava, il 13 dicembre 1958: “Tutta la città è all’attacco dei passeri”. L’articolo precisava: “La mattina presto la battaglia cittadina per distruggere i passeri è iniziata. In strade grandi e strette sventolavano bandiere rosse. Spaventapasseri sono apparsi sui palazzi, nei cortili, in spazi aperti, su strade e nei campi. Sentinelle, studenti delle medie e delle elementari, impiegati del governo, operai delle fabbriche, contadini e soldati dell’esercito popolare gridavano i propri urli di guerra. Nella città e in periferia quasi metà della forza lavoro cittadina è stata mobilitata per l’esercito anti – passeri. Entro le 20.00 si stima che gli uccelli uccisi siano stati 194.432.”

Alla fine della campagna contro i passeri, almeno otto milioni di uccelli furono sterminati. Le campagne erano finalmente silenziose. I piccoli ladri alati non potevano più sottrarre chicchi di grano o riso dai già magri raccolti dei poverissimi contadini cinesi. Mao, il grande timoniere, avevano vinto un’altra guerra. Non contro i capitalisti del Kuomintang, questa volta, ma contro i piccoli nemici svolazzanti. Purtroppo per Mao, ma soprattutto per i milioni di suoi concittadini che ne sarebbero rimasti vittime, la guerra contro i passeri avrebbe provocato una catastrofe di dimensioni epiche. E si sarebbe rivelata un tragico boomerang.

Subito dopo lo sterminio dei passeri, i raccolti migliorarono leggermente. Ma i Cinesi avevano esagerato e la completa o quasi completa assenza di passeri dai campi permise a locuste, cavallette e molti altri insetti di prosperare come mai prima. Il loro impatto sui raccolti fu ben più devastante di quello dei passeri e si rivelò molto più difficile eliminare questi “nemici” rispetto agli uccellini contro cui Mao aveva scatenato la macchina dello stato comunista. Nella carestia che seguì – e che fu aggravata dal massacro dei passeri – morirono probabilmente circa trenta milioni di cinesi. Mao stesso chiuse la guerra velocemente come l’aveva fatta partire, ma era ormai troppo tardi. Gli scienziati dell’Accademia Nazionale delle Scienze pubblicarono resoconti dove si metteva su un piatto della bilancia il numero di insetti uccisi dai passeri confrontato con i chicchi di riso mangiati.
Quella tra i passeri e gli uomini era dunque una relazione importante, di cui il grande timoniere non aveva capito granché. Una relazione simbiotica che beneficiava entrambe le specie e che, nel corso di diecimila anni di convivenza, aveva permesso di raggiungere un punto di equilibrio. Quando la volontà ferrea del leader comunista ruppe questo equilibrio, il risultato fu la catastrofe. Una dimostrazione che difendere la natura significa prima di tutto difendere noi stessi.

Nel frattempo la Cina ha compiuto molti altri disastri naturali sull’altare della modernizzazione e se non tutti sono stati altrettanto premeditati, quasi tutti furono altrettanto stupidi. A scanso di equivoci, la Cina non è per niente sola in questa stupidità che, invece, accomuna tutto il genere umano.

Tratto da un articolo di Sergio Savoia
pubblicato sul Corriere del Ticino

Ciò che l’essere umano considera “male”
per la Vita “male” non è.

Che si tratti di passeri o di virus,
tutto ha un senso …
tutto è “per”, nulla è “contro”

L’EVIDENZA

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere notifiche sui nuovi contenuti

Share This