Il “Pater Noster” in versione originale

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Il primo rigo del Discorso della Montagna, il Pater Noster, nel testo “doc” scritto in aramaico, recita così: “Padre Nostro, che sei Ovunque”.

Questo “ovunque” deve essere apparso troppo panteista e
molto ateista, una espressione dissacratrice della divinità, e allora, nella preghiera della Chiesa cattolica, il primo verso dell’orazione religiosa ha preso una antica piega, è stato emendato e, ieri come oggi, esso viene universalmente declamato così: “Padre Nostro che sei nei cieli”.

Questo PROGRAMMA INTELLIGENTE, inserito da millenni nel cervello umano, come fosse un microchip, in modo che la mente ne risultasse polarizzata per via genetica e culturale, ha prodotto il Dualismo: Dio e l’uomo, Creatore e Creato.

Il Dualismo è il virus, il baco che infetta l’umanità, il tossico cha ha prodotto per millenni il micidiale veleno della fraudolenta intermediazione, la divisione utile al potere del Regno delle coscienze.

Si è generato così un imbroglio messo in piedi da un impero spirituale, un inganno truffaldino che i suoi reggenti si sono inventati, grazie al quale l’individuo, religiosamente suddito, è indotto a credere che ci sia veramente un Altro, da lui separato, che gli viene proposto come possibile Dio trascendente (o Dio Mistero).

Sono ormai secoli che gli inganni, nel silenzio della sua congiura, vanno avanti sempre proponendo lo stesso schema (modello): Dio e/o il Caso, entrambi basati sulla presunta impotenza dell’uomo.

Dio e il Caso non dovevano e non devono servire a risolvere il problema delle origini, ma a creare schieramenti contrapposti: i creazionisti (Dio è l’uomo) e gli evoluzionisti (Dio e la scimmia) dall’altro

Così, all’interno dell’Impero, si è creato una sorta di dominio duale a sovranità limitata

Dio è proprietà delle religioni, circoscritto ai suoi ministri, che guardano al trascendente e ignorano il presente. Il Caso è proprietà delle Scienze, riservato agli specialisti, che guardano gli effetti e ignorano le cause.

Tra Dio e il Caso non c’è conflitto d’interessi, sono entrambi utili al potere del dualismo e alla sua conservazione.

 

Tratto dal libro L’Uno detto Dio
di Vittorio Marchi

L'EVIDENZA

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