Il principio della rana bollita

 

In un pentolone pieno d’acqua fredda nuota tranquillamente una rana. Sotto la pentola il fuoco acceso riscalda pian piano l’acqua, che presto diventa tiepida. La rana trova piuttosto gradevole la nuova situazione e continua a nuotare.

Ma la temperatura continua a salire: adesso l’acqua è calda un pò più di quanto la rana non apprezzi: si stanca un po’, ma non si spaventa.

Il tempo scorre e l’acqua diventa davvero troppo calda: la rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla.

Intanto la temperatura sale ancora, fino a quando la rana, priva di energie, finisce – semplicemente – bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua bollente, avrebbe dato un forte colpo di zampe, balzando immediatamente fuori dal pentolone. 

Tratto da “Media e Potere”
di Noam Chomsky

Quando hai iniziato ad accettare situazioni, persone e cose che hai sentito, nel profondo, non essere per te?

Il principio della rana bollita può essere applicato a una gran varietà di aree della vita: nel lavoro, con il partner, nelle amicizie, nelle situazioni familiari, nelle appartenenze a gruppi … insomma, se ti guardi intorno puoi scoprire tanti, troppi contesti nei quali hai avuto la tendenza ad adagiarti anziché affermare il tuo sentire profondo, la tua Verità … … Chi Autenticamente Sei … senza compromessi e compiacimenti … senza sentirti vittima – colpevolizzare presunti carnefici e ricercare illusori salvatori … senza “se” e senza “ma”.

Tutto ha avuto inizio quando hai ritenuto di trovarti in “acque fredde” (ma ricordi? Si trattava solo di comunicazioni della Vita, da cogliere, accogliere e restare in ascolto) prontamente riscaldate magari da un lavoro che non è per te, ma offre l’acqua tiepida di uno stipendio tutti i mesi; oppure da una relazione che non ti da quello che cerchi, ma non ti fa mancare niente, anche se il tuo partner antepone i suoi bisogni ai tuoi, e tu ti metti da parte per il bene della coppia. E così con gli amici, nel percorso di studi che senti non appartenerti, in quel gruppo che non riesci a lasciare per comodità e quieto vivere, in quel lavoro su te stesso che rinvii perché “in fondo prendere un farmaco è tanto più comodo e rapido”, ecc. ecc.. Giorno dopo giorno queste situazioni ti logorano dal di dentro, proprio come l’acqua calda fa con la rana, fino al momento in cui il dolore e la mancanza saranno così forti da non essere più in grado di affrontarli e la situazione inizierà a precipitare velocemente.
Tutta la rabbia, lo stress e l’insoddisfazione accumulate in giorni e giorni di adeguamento in nome del “ma sì, in fondo va bene così“, esploderanno in una volta sola con conseguenze di solito disastrose.

Ciò che ti trattiene in queste “stasi” è la paura del cambiamento, perché saltare fuori dalla pentola comporta modificare la situazione e questo spaventa molto più dell’acqua che si surriscalda. Ma adattarsi non è la scelta migliore … anzi!

L’EVIDENZA

Il mondo è nelle mani di coloro
che hanno il coraggio di sognare
e di correre il rischio di vivere i propri sogni.

Paulo Coelho

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