Il vizio di vivere
Per ventinove anni in un polmone d’acciaio, sorridente, le sopracciglia curate, un fiocco o un fiore tra i capelli. Rosanna Benzi, prima di compiere quattordici anni, contrae la poliomielite bulbo-spinale, una delle forme più gravi che provoca tetraplegia e insufficienza respiratoria. E in un giorno si ritrova catapultata per sempre in una stanza dell’ospedale genovese San Martino «nel mio scaldabagno»: così definisce il respiratore artificiale a forma di cilindro che, con una pompa interna, aiuta a immettere aria nel torace.
«Il virus della polio l’ho visto in fotografa, ma è molto simpatico, colorato», dice in un’intervista. La sua serenità lascia interdetti quanti vanno a trovarla: fra loro intellettuali, politici, attori. Rosanna non si lascia imbrigliare nell’autocommiserazione. Ha bisogno del polmone per respirare, lo lascia solo per alcuni minuti attaccata al boccaglio dell’ossigeno, mentre altri si prendono cura del suo corpo da lavare e cambiare. Poi di nuovo chiusa lì dentro, solo la testa fuori.
Vedere il mondo in posizione orizzontale consente di avere più tempo per riflettere, sostiene. Da sdraiata lavora, studia e scrive due libri: il primo, Il vizio di vivere, conta ventisette edizioni. Nel 1976 fonda e dirige sia la rivista Gli altri (arrivata a 25mila copie) sia l’omonima associazione, ancora attiva. In tanti le chiedono consigli, riceve centinaia di lettere.
Nel maggio 1963 le arriva un messaggio da papa Giovanni XXIII, che la ringrazia della sua voglia di vivere; la notizia trapela e la rende famosa. Così, in un’immobilità solo fisica, si batte per le persone con disabilità attraverso le pagine del suo giornale con campagne per abbattere le barriere architettoniche, per esempio.
Rivendica anche il diritto alla sessualità. Innamorata a ventiquattro anni di Mario, un volontario, pensa alla maternità: «Non ho voluto perché un bambino non è tanto di chi lo fa, ma di chi se lo cura e lo tira su. Sarebbe stato un gesto d’egoismo, non d’amore».
Tratto da Vite straordinarie
nuovicittadini-prefto.it
Unavita più che straordinaria che mi lascia perplessa.Chi ha questa forza e questo coraggio?Sono senza parole, perché l emozione non si può tradurre in parole. Questo esempio mi aiuta a ridimensionare le futilità della quotidianità.