Io non lavoro, così lavori tu

[…] anche in tempo di pandemia rissosa si scovano gesti semplici che cambiano in meglio l’umore. E forse anche le cose.

Dei canti dal balcone e dei lenzuoli che inneggiavano a una nuova unità d’Italia contro il coronavirus, degli arcobaleni e dell’andrà tutto bene abbiamo perso le tracce, in questa seconda ondata che è invece piena di polemiche e di scontri sociali.
Ma sotto sotto, qualcosa di buono c’è ancora: e seppur poche, le iniziative di solidarietà a sostegno della filiera pare proprio che trovino spazio.

Il campanello che ci ha dimostrato che si può ancora pensare all’altro, l’ha suonato per primo il pasticcere bolognese Gino Fabbri, che con una piccola ma significativa decisione ha dato il suo contributo alla causa comune. Lo annuncia dal suo profilo Instagram, raccogliendo consensi.

«Queste chiusure, che andavano evitate in tutti i modi, taglieranno le gambe a tanti. Da martedì noi saremo aperti dalle 7.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18. Abbiamo scelto di chiudere in pausa pranzo per solidarietà e aiuto nei confronti dei colleghi ristoratori … ci fa male dirlo perché questa decisione è una sconfitta ma per qualche settimana la pausa pranzo non si farà in pasticceria per favorire colleghi che vengono penalizzati dal nuovo decreto. Siamo chiamati ad aiutarci tra noi e a usare il buon senso… uscirne ora dipende da noi e dai nostri comportamenti, è ora di dimostrarlo!» […]

Tratto da linkiesta.it
Editoriale di Anna Prandoni

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