Oltre lo stigma della disabilità

A questo mondo
tutto porta in sé
qualcosa di meraviglioso,
anche il silenzio e il buio

Helen Keller

Keller (left) with Anne Sullivan vacationing on Cape Cod in July 1888 – wikipedia.org

A soli diciannove mesi la vita di Helen sembra finita: dopo una malattia, forse scarlattina o meningite, perde la vista e l’udito. I suoi occhi non possono più tuffarsi in quelli dei genitori, che reagiscono a questo dramma cedendo a ogni suo capriccio.

Ma quando ha quasi sette anni ed è ormai ribelle a ogni regola, sua madre e suo padre fanno una scelta che si rivelerà decisiva: assumono Anne Sullivan, insegnante ipovedente, per educarla e insegnarle a parlare.

All’inizio recalcitrante, Helen impara un alfabeto tattile, cioè associa a ogni lettera una parte delle mani che viene toccata o pizzicata. E finalmente scopre come comunicare: abbina i nomi agli oggetti che la circondano, come la sua amata bambola. A dieci anni comincia anche a parlare e le scoppia dentro la voglia di scoprire il mondo, con Anne al suo fianco.

Frequenta le più prestigiose scuole per sordi e poi vola a Cambridge, dove a ventiquattro anni si laurea in arte, anche se non può vedere le opere che studia. Un anno prima, nel 1903, viene pubblicata l’autobiografa The story of my life, il primo dei suoi undici libri.

Per lei non esistono più barriere comunicative: legge il Braille in cinque lingue e usa anche la Lingua dei segni. Nel 1915 fonda la Helen Keller International, organizzazione non profit per la prevenzione della cecità: vuole difendere i diritti umani e far uscire dall’emarginazione chi si sente escluso, proprio come lei da bambina. Ma non le basta: decide di impegnarsi in politica a fianco degli operai e di coloro che a causa degli incidenti sul lavoro hanno un deficit fisico, oltre a promuovere il diritto delle donne a votare.

Diventa una celebrità: quattordici presidenti degli Stati Uniti la incontrano. Annovera fra i suoi amici attori e scrittori, da Charlie Chaplin a Mark Twain. Attraversa i cinque continenti, invitata a tenere discorsi contro lo stigma sulla disabilità. Helen ha vinto il silenzio e l’oscurità, diventando un faro per i sordociechi e non solo.

Tratto da nuovicittadini-prefto.it

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