Sempre in piedi
senza l’uso delle gambe

L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura
è la paura stessa

Franklin D. Roosewelt

Sapeva che sarebbe stata un’impresa Diventare presidente degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione richiedeva coraggio.

Sapeva anche che la malattia che lo colpì qualche anno prima lo avrebbe costretto a fare grandi sforzi per apparire l’uomo più potente della terra, come ci si aspettava che fosse. Decise di candidarsi lo stesso, sebbene un presidente degli Stati Uniti d’America in carrozzina non si fosse mai visto. E vinse. Più di una volta.

Il suo nome è Franklin Delano Roosevelt. È stato lui a portare fuori il Paese dalla crisi. Lui a guidare gli Alleati alla vittoria nella seconda guerra mondiale. Ma sulla sedia a ruote, Roosevelt non si mostrò mai.

Si ammalò a trentanove anni. A quel tempo si pensava fosse poliomielite. Era il 1921 e il futuro presidente perse l’uso delle gambe. Cercò una cura, senza successo. Comprò i terreni su cui sgorgavano le sorgenti termali di Warm Springs, in Georgia, dove andava a curarsi e creò anche un istituto per la riabilitazione che ancora oggi porta il suo nome. Ma l’unica cosa che riusciva a fare era nascondere la sua disabilità.

In quegli anni la televisione non c’era. La voce di Roosevelt tuonava attraverso la radio. Nessuno avrebbe mai pensato a un presidente in carrozzina. In pubblico aveva sempre un braccio d’appoggio e un bastone. Sotto i vestiti, nascondeva pesanti tutori d’acciaio. Da solo, in piedi, non ci riusciva proprio a stare.

Una volta, disse a Orson Welles: «Io e te siamo i più grandi attori d’America». Sapeva bene che per gli americani era un simbolo. Per questo, di fronte al nemico, Roosevelt si mostrava in piedi. Ed è in questo modo che lasciò un ricordo indelebile tra la gente.

«L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa», disse al suo primo insediamento. È stato l’unico presidente degli Stati Uniti disabile e anche l’unico a essere stato eletto per quattro mandati di seguito, dal 1933 al 1945. Presidente fino al giorno della sua morte.

Tratto da Vite straordinarie
nuovicittadini-prefto.it

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