Da bocciature e fallimenti …
a “pirata del business”
Richard è nato l’8 luglio 1950. Al momento della nascita i suoi genitori si erano appena stabiliti nel tranquillo villaggio di Shamley Green, nel Regno Unito. Il padre Ted aveva da poco ricevuto la nomina di avvocato: il denaro a disposizione non era molto e così la famiglia prese in affitto una casa un po’ cadente per dodici scellini la settimana.
L’educazione di Richard fu piuttosto tradizionale, e cominciò alla Scaitcliffe Preparatory School. Il giovane non era molto portato per gli studi e venne ammesso per il “rotto della cuffia” alla Stowe dopo un periodo di ripetizioni. Tuttavia l’esperienza risultò molto preziosa per la sua carriera: infatti, pur dovendo ripetere l’esame di matematica di base per ben tre volte, non nutrì alcun dubbio sulla personale capacità di dirigere la scuola meglio di quanto facessero i suoi responsabili. Perciò scrisse un appunto al direttore, illustrando i propri suggerimenti: fra questi, quello di permettere agli alunni di sesta di bere due pinte di birra al giorno.
Alla sesta tuttavia non arrivò mai! Lasciò la scuola a sedici anni: la sua testa era troppo piena di grandi idee perché potesse entrarci qualcos’altro.
Le prime imprese economiche di Richard iniziarono a scuola. Il giovane “si fece i denti” con un amico di infanzia, prima allevando pappagallini e poi alberi di Natale: esperimenti entrambi falliti.
La prima impresa vera e propria (una rivista chiamata Student) venne lanciata quando aveva appena sedici anni, ma nemmeno questa ebbe grande successo. Poi accadde qualcosa. Senza sapere quasi nulla di musica pop, gli venne l’idea di aprire un’etichetta discografica per corrispondenza. A corto di pubblicità, pubblicò il suo annuncio sul giornale. L’anno era il 1969: l’azienda aveva spiccato il volo e Richard era a bordo.
Il “caso” poi giocò un ruolo importante nel fargli fare il salto dalle vendite per corrispondenza ai negozi di dischi: uno sciopero delle poste danneggiò i suoi affari e lo costrinse a cercare nuovi canali. Aprì così il suo primo negozio a Oxford Street nel 1971.
Dai negozi di dischi, Richard Branson si spostò verso la produzione discografica, lanciando un’etichetta di grande successo. Uno dei primi artisti che mise sotto contratto fu Mike Olfield, il cui Tubular Bells non sarebbe uscito dalle classifiche inglesi per i successivi dieci anni.
Nel 1984, la Virgin era letteralmente lanciata. Branson si era spostato dalla pop music ai voli transatlantici fondando Virgin Atlantic Airways. Un anno dopo, Virgin (senza la compagnia aerea, che Branson tenne per sé) venne quotata sul mercato finanziario inglese. Il crollo del 1987, però, e la sua sfiducia nella comunità finanziaria, convinsero Branson a compiere un passo straordinario e a riacquistare il controllo della società.
Il resto, come si dice, è storia. Oggi l’impero Virgin racchiude un’infinità di settori: dal trasporto aereo alle vacanze, dai negozi di dischi alle bevande analcoliche, alla radio … e la lista potrebbe continuare.
Un quarto di secolo dopo il ritiro da scuola e i primi fallimenti imprenditoriali, Richard Branson è famoso in tutto il mondo come l’esuberante pirata del business, che ha osato sfidare il potere costituito del settore aereo e delle grandi etichette discografiche, colui che ha dato una scossa potente ai giganti della cola e molto filo da torcere alle società di servizi finanziari inglesi; l’avventuriero che ha infranto il record di traversata dell’Atlantico; il temerario pilota di mongolfiere. Soprattutto, Branson è noto per essere stato il Davide che affrontato il Golia della British Airways. E ha vinto.
Tratto dal libro Successo ribelle
di Des Dearlove
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